MATERA IN CAMMINO:  TRA FEDE E CULTURA”

di Cristina Garzone


Una sola parola: dinamismo. È questo il sentimento che si avverte scorrendo le immagini di Cristina Garzone realizzate per la celebrazione della Festa di Maria SS della Bruna, patrona della città di Matera. La celebre fotografa, la cui bravura è giustamente riconosciuta a livello internazionale, ha voluto ritornare nella città natìa per raccontare con gli occhi del mondo la secolare    solennità materana.

Una festa secolare appunto, le cui origini affondano nei primi secoli del cristianesimo nel Mezzogiorno, e le cui caratteristiche peculiari si sono evolute con lo scorrere dei secoli, con il cambiare delle dominazioni, con l’evolversi della tecnologia, con il mutarsi delle abitudini sociali. Una sola cosa rimane invariata, la devozione a Maria Madre dell’Umanità, a quella Madre Celeste protettrice della cittadinanza, a cui lo scorrere dei secoli ha donato preghiere e speranze dei suoi figli, a quella Santissima Vergine che unisce tutto il mondo intorno alla Sua Protezione, e che nella millenaria Matera viene portata in trionfo dall’umanità stessa, rappresentanza dell’Universalità della fede che attraversa lo spazio ed il tempo della storia. È infatti evidenziata dall’altissima capacità espressiva dell’obbiettivo fotografico di Cristina Garzone la centralità della figura di Maria in ogni fase della celebrazione materana: nonostante i ritmi concitati che la tradizione impone, nonostante gli aspetti più colorati e rumorosi e affollati e travolgenti, la raffigurazione della Vergine Maria è soggetto fotografico, come anche oggetto reale dell’attenzione dei fedeli, che, nella estrema devozione, non mancano né di esuberanti momenti di folla entusiasta, né di discreti gesti intimi e preghiere sussurrate. La festa della Madonna della Bruna si esemplifica esattamente in questo: un mescolarsi di fede e folklore, una tradizione secolare inscindibile di contatto con la Divinità e di reverenza umana, una festa in cui sacro e profano si intrecciano e si alternano, rappresentazione perfetta della tendenza spirituale dell’uomo al trascendente e della sua profonda immanenza materiale. Momenti di folklore cedono il posto a solenni celebrazioni liturgiche, canti votivi e preghiere si accompagnano a cori festanti, ai gesti devozionali fanno seguito concitazioni travolgenti, alla semplicità dei pastori si sostituiscono le sfolgoranti armature bronzee dei cavalieri, ai mesti agnellini i fieri cavalli, al silenzio della preghiera intima si accompagnano i ruggiti della folla esultante che invade la piazza.

E' la festa della contrapposizione ontologica umana, che esalta e commuove chiunque ne prenda parte. Attraverso la lettura fotografica che ne fa Cristina Garzone, si viene coinvolti dallo stesso fiume di gente che attraversa i vicoli antichi, si abbracciano i ragazzi che esultano all’esplosione della polvere da sparo, si accarezza dolcemente il volto del Bambino Gesù nello stesso dolce gesto di un bambino, si prega in silenzio al passaggio della Madonna trionfante sul suo Carro, avvolti dal candido mantello protettore, si attende lo “sfascio”, il momento culmine della festa, con pari trepidazione, si applaude e si canta; catturato dalla macchina fotografica, si vive il cammino secolare della fede racchiuso nelle espressioni di un giorno intramontabile.

La festa dei materani, ma anche una festa dell'Umanità.

                                                                                                                 


                                                                                                                                        Daniela Plasmati


                                                                                                                                     

        MATERA IN CAMMINO: TRA FEDE E CULTURA

One word: dynamism. This is the feeling you get from Cristina Garzone's images taken for the celebration of the Feast of Maria SS della Bruna, patron saint of the city of Matera. The famous photographer, whose skill is rightly recognised at international level, wanted to return to her home town to tell the story of Matera's centuries-old feast with the eyes of the world.

A centuries-old festival, whose origins go back to the first centuries of Christianity in Southern Italy, and whose peculiar characteristics have evolved over the centuries, with the change of dominations, the evolution of technology and the change of social habits. Only one thing remains unchanged, the devotion to Mary Mother of Humanity, to that Heavenly Mother protector of citizenship, to whom the passage of centuries has given the prayers and hopes of her children, to that Holy Virgin who unites the whole world around her protection, and who in the millenary Matera is carried in triumph by humanity itself, representing the Universality of faith that crosses space and time in history. Indeed, the high expressive capacity of Cristina Garzone's photographic lens highlights the centrality of the figure of Mary in every phase of the Matera celebration. Despite the frenzied pace imposed by tradition, despite the more colourful and noisy and crowded and overwhelming aspects, the depiction of the Virgin Mary is the photographic subject, as well as the real object of the attention of the faithful, who, in their extreme devotion, are not lacking in either exuberant moments of enthusiastic crowds or discreet intimate gestures and whispered prayers. The feast of the Madonna della Bruna is exemplified in exactly this way: a mixture of faith and folklore, a centuries-old tradition of inseparable contact with the Divine and human reverence, a festival in which the sacred and the profane intertwine and alternate, a perfect representation of man's spiritual tendency towards the transcendent and his profound material immanence. Moments of folklore give way to solemn liturgical celebrations, votive songs and prayers are accompanied by festive choirs, devotional gestures are followed by overwhelming excitement, the simplicity of the shepherds is replaced by the dazzling bronze armour of the knights, the sad lambs are replaced by proud horses, the silence of intimate prayer is accompanied by the roars of the exultant crowd that invades the square.

It is the festival of human ontological opposition, which exalts and moves everyone who takes part. Through Cristina Garzone's photographic reading of it, we are involved in the same river of people that crosses the ancient alleys, we embrace the youngsters who rejoice at the explosion of gunpowder, we gently caress the face of the Baby Jesus in the same sweet gesture of a child, we pray in silence at the passage of the triumphant Madonna on her Chariot, wrapped in her white protective cloak, we wait for the "sfascio", the climax of the festival, with equal trepidation, we applaud and sing; Captured by the camera, people experience the secular journey of faith enclosed in the expressions of a timeless day.

A celebration of the people of Matera, but also a celebration of Humanity.

MATERA : BETWEEN FAITH AND CULTURE'.